L’autoctono romagnolo per eccellenza, il Pagadebit, nel gradino più alto del territorio. A innalzarlo in Romagna è la Cantina Enio Ottaviani di San Clemente: Strati, il suo Pagadebit in purezza, ha conquistato la Corona d’oro, il premio top della guida “Vini buoni d’Italia” del Touring Club.
Un riconoscimento di prestigio da una pubblicazione che rappresenta un unicum nel panorama nazionale, riservata ai soli vitigni autoctoni, dall’Altoadige alla Sicilia. Quei vini i cui grappoli fanno parte della storia e della cultura della terra in cui hanno origine. Come nel caso di Strati, nell’oasi del Conca, un piede in vigna e l’altro proteso verso l’Adriatico, coltivato in un vigneto tra i più antichi della Romagna le cui origini risalgono al 1982.
Impensabile sino a qualche decennio fa in Romagna un premio di questa portata per un vitigno come il Pagadebit. È la sua storia a dirlo. Per caratteristiche naturali, particolarmente resistente alle avversità climatiche, il Pagadebit entra nella tradizione contadina romagnola come vino ‘salva stagione’. Un vino magari di non grande profilo ma che anche nelle annate peggiori, produceva comunque un prodotto utilizzabile e vendibile, e serviva quindi a pagare i debiti contratti nell’annata precedente.
Ben altra cosa è il Pagadebit di oggi che si rivela particolarmente vocato per caratteristiche e piacevolezza proprio nel Riminese, per quella esposizione alle brezze marine che gli regalano una mineralità e una sapidità spiccata, timbro riconoscibile e unico di un territorio. Tanto di ricevere un riconoscimento di portata nazionale da una guida che valorizza i vitigni autoctoni di tutta la Penisola.