5 Giugno 2023
Due valige con all’interno “trenta abiti da sera” e “nel frigorifero non c’era molto da mangiare: mele, Coca-Cola, acqua, salsa di pomodoro e un piatto con degli avanzi”. È la descrizione della casa di Alessia Pifferi fatta oggi nel processo alla donna, accusata diomicidio volontario pluriaggravato per aver abbandonato in casa la figlia di 18 mesi – Diana – fino a provocarne la morte – da parte dei primi agenti di polizia giunti nell’abitazione per i rilievi tecnico-scientifici lo scorso 20 luglio 2022. Davanti alla Corte d’Assise di Milano, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, il primo dirigente della Polizia scientifica per la Lombardia, Maria Di Giulio, ha raccontato come si vedesse che la bimba trovata morta nella sua culla “fosse stata risciacquata e rilavata perché aveva la testa umida e i capelli bagnati”.
Il processo è stato rinviato al prossimo 27 giugno quando verranno sentiti altri testimoni dell’accusa, a cominciare dal Comandante della squadra mobile di Milano, Marco Calì, i medici legali, la sorella di Alessia Pifferi, Viviana Pifferi, e la madre Maria Assandri (parti civili rappresentate dall’avvocato Emanuele De Mitri).
La sorella di Alessia: “E’ capace d’intendere, mi auguro si condanni da sola”
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