5 Luglio 2024
‘Carburanti alternativi e tecnologie avanzate per la nautica da diporto’. È il titolo di una delle conferenze che si sono tenute allo Yacht Club de Monaco durante la settimana della Monaco Energy Boat Challenge, con l’obiettivo di costruire il settore della nautica da diporto del futuro. Sotto l’ombrello dell’iniziativa Monaco Capital of Advanced Yachting, durante la conferenza è stato affrontato il tema della consapevolezza tecnologica nell’industria marittima e nella nautica da diporto sui combustibili alternativi e le tecnologie avanzate.
Tra gli argomenti trattati durante la mattinata, il ruolo che il metanolo può giocare per raggiungere l’obiettivo zero emissioni dal punto di vista dell’industria nautica. “In Lursenn ragioniamo sui carburanti alternativi da molti anni e ne abbiamo esaminato i diversi tipi. Esistono diversi criteri rilevanti per i combustibili alternativi come la densità energetica, la sicurezza, la gestione e così via. Il metanolo è il combustibile più promettente per quanto riguarda la densità energetica. È molto facile da gestire e può essere facilmente stoccato sul fondo della barca. Se si considera invece l’idrogeno, ha una densità energetica ridotta e deve essere immagazzinato in un serbatoio cilindrico che non può essere collocato sul fondo dello yacht, occupando così spazio interno prezioso. Ecco perché abbiamo scelto il metanolo. Ora c’è più o meno un’intesa nel settore della nautica da diporto guardando ai diversi produttori di motori che stanno sviluppando propulsori adatti al metanolo”, ha affermato Bernhard Urban, responsabile dello sviluppo e dell’innovazione di Lurssen. “Dobbiamo lavorare insieme. Abbiamo bisogno di cantieri, di partner tecnici, ma anche di fiducia di armatori ed equipaggi, di carburanti disponibili nei porti e di autorità che siano veloci nel definire le normative”, ha aggiunto Paolo Bertetti, vice president Technical and R&D di Sanlorenzo.
Nel corso della giornata, si è poi discusso anche del ruolo dell’energia nucleare nel settore. “È possibile avere un reattore nucleare a bordo di uno yacht. Rimane da capire quanto sia efficace. Abbiamo iniziato a fare ricerca circa 10 anni fa, ma per i piccoli reattori dovremmo ancora aspettare. Abbiamo visto che è possibile montarli sullo yacht che, di conseguenza, dovrà essere poi un po’ più grande e un po’ più pesante ma, poiché la maggior parte dei nostri yacht è in navigazione per un periodo limitato dell’anno, riteniamo che sia meno efficace avere un reattore nucleare a bordo. Infatti il reattore può effettivamente fornire il 100% della potenza per il 100% del tempo in cui è in funzione, ma di fatto solo una durante una minima parte dell’anno viene utilizzata la piena potenza. Il resto del tempo è dedicato all’ancoraggio. Pensiamo quindi che sia effettivamente più efficace avere un reattore nucleare a riva o su una piattaforma galleggiante. Questo scenario si verificherà prima, poi se ci sarà più produzione di reattori nucleari, se i costi diminuiranno, se i problemi di sicurezza saranno risolti e la tecnologia sarà accettata dalla società, forse tra 20-30 anni ci sarà spazio per il nucleare reattori a bordo”, ha affermato Ronno Schouten, specialista senior di Feadship.
Nell’affrontare la sostenibilità è importante misurare le emissioni. “Continuiamo con lo sviluppo dell’iniziativa del Sea Index e oggi abbiamo avviato una collaborazione con la società di classificazione marittima ‘Rina’. È una nuova metodologia per calcolare le emissioni di Co2 basata sulla scelta del carburante. È anche una metodologia a prova di futuro perché può prendere in considerazione i biocarburanti e la diversa concentrazione questi. Quindi speriamo davvero che questa metodologia, che sarà presto accessibile sul nostro sito web, venga utilizzata dalle persone e anche di esaminare l’impatto a seconda del tipo di carburante che è stato scelto”, fa sapere Natalie Quevert, responsabile del progetto Sea Index. https://www.lapresse.it/green/2024/07/05/allo-yacht-club-de-monaco-il-ruolo-dei-carburanti-alternativi-nella-nautica/