Recentemente il Governo ha introdotto, in sostituzione delle precedenti quota 100 e quota 102, questa nuova possibilità a partire dall’inizio del corrente anno. In attesa di una revisione globale del sistema pensionistico italiano, rinviata al prossimo anno, i lavoratori con certe caratteristiche potranno usufruire della possibilità permessa da Quota 103. Coloro che matureranno nel 2023 41 anni di contribuzione con un’età anagrafica di almeno 62 anni potranno accedere in anticipo e senza penalizzazioni al pensionamento rispetto ai due canali possibili: 42 anni e 10 mesi senza vincolo di età, oppure 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati, attualmente previsti per il pensionamento anticipato e per quello di vecchiaia. Le precedenti Quota 100 e Quota 102 prevedevano il raggiungimento di un requisito contributivo più leggero pari a 38 anni di accrediti, con età minima di 64 anni.
Quota 103 può essere richiesta dai nati entro il 1961 iscritti presso l’Associazione Generale Obbligatoria ( AGO) oppure alle forme esclusive e sostitutive della stessa, nonché alla Gestione Separata INPS,, purchè raggiungano 41 anni di contributo entro il corrente anno.
Il requisito di 41 anni di versamenti può essere ottenuto anche in regime di cumulo, cioè sommando gratuitamente gli accredito contributivo presso diverse gestioni previdenziali, escludendo però, i periodo maturati presso le casse professionali private.
Come già previsto per Quota 100 e Quota 102, questo nuovo trattamento non può essere richiesto da chi fa parte del Personale militare delle Forze armate, delle Forze di polizia e del personale dei Vigili del fuoco.
Per la liquidazione di Quota 103, sarà necessario attendere le cosiddette finestre: 3 mesi per i lavoratori del settore privato, e 6 mesi per i dipendenti pubblici.
Sono previsti incentivi per coloro che non intendono approfittare dell’opportunità di Quota 103. I lavoratori dipendenti che pur avendo maturato i requisiti minimi previsti decidano di continuare a lavorare, possono scegliere di non versare la quota di contributi dovuti a proprio carico e trovarseli direttamente sulla propria busta paga, in pratica questo si traduce in un aumento del lordo dello stipendio di circa il dieci per cento!
Quota 103 non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente, permessi invece i redditi la lavoro autonomo nella misura massima di 5 mila euro annui lordi.
Vista la solita complessità di conteggi e documentazione consigliamo di prendere informazioni presso un Patronato, come 50&più con i propri uffici presso tutte le sedi di ASCOM/CONFCOMMERCIO.
Ottavio Righini