I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Forlì hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine e misure interdittive, consistenti nel divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa, nei confronti di altri 6 indagati. E’ inoltre stato notificato un decreto di sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie. I provvedimenti sono stati disposti dal Tribunale di Forlì, attraverso il GIP Massimo De Paoli, a conclusione di un’indagine diretta dal Sostituto Procuratore Fabio Magnolo della Procura della Repubblica di Forlì. 

L’attività repressiva è, infatti, giunta al termine di indagini svolte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Cesena finalizzate a contrastare tentativi di infiltrazione in un importante settore economico locale da parte di soggetti connotati da pericolosità economico – finanziaria e sociale. In particolare, le investigazioni hanno interessato un uomo di origini calabresi di 48 anni, già condannato in via definitiva per fatti di bancarotta fraudolenta e furto, oltre a essere già stato sottoposto alla sorveglianza speciale di polizia ed, in passato, essere stato coinvolto in indagini che hanno fatto emergere rapporti di contiguità con esponenti di spicco nella ‘ndrangheta. 

L’indagato, per il tramite di società operanti nel mercato ortofrutticolo di Cesena, che gestivano anche un supermercato sempre in città, aveva effettuato investimenti di rilevante entità in immobili di pregio, terreni ed auto di grossa cilindrata, utilizzando la schermatura di società che, peraltro, risultavano intestate a soggetti formalmente estranei a contesti criminali. In realtà, gli accertamenti eseguiti hanno permesso di far emergere che la gestione delle società era  asservita alle esigenze della famiglia del principale indagato che, scaricando i costi alle imprese, è anche entrata in possesso di una villa e di terreni. Per tali ragioni le imprese avevano accumulato ingenti debiti con gli intermediari finanziari che le hanno condotte al fallimento, decretato nel luglio del 2018 dal Tribunale di Forlì su richiesta della stessa Procura.

Al termine delle attività è stata documentata la commissione di numerosi episodi di bancarotta fraudolenta commessi dall’indagato, dai suoi familiari e da altri soci dello stesso che hanno depauperato le casse societarie sottraendo, attraverso numerose operazioni bancarie, ingenti disponibilità finanziarie confluite sui conti correnti personali dei destinatari delle misure cautelari. Ma non è tutto: il gruppo ha ha acceso un mutuo fondiario da 250 mila euro per l’acquisto di un immobile e di terreni che, sin dall’origine, erano destinati a residenza del nucleo familiare. Per legittimare formalmente l’utilizzo avevano, quindi, stipulato un contratto di affitto con la società formalmente titolare dell’immobile (intestata ai correi) che prevedeva un canone – tra l’altro – mai pagato. Hanno inoltre effettuato acquisti in leasing, sempre tramite le società poi fallite, di autovetture di lusso utilizzate esclusivamente dai componenti il nucleo familiare dell’indagato sebbene non rivestissero alcun ruolo all’interno delle imprese. Gli altri destinatari delle misure interdittive sono imprenditori che, anche in passato, risultavano soci del pregiudicato nelle società fallite e gli stessi familiari del soggetto tratto in arresto.

Nei guai anche direttore di una filiale di banca

Nel corso delle indagini è emersa anche la responsabilità di un ex direttore di filiale di un istituto di credito, indagato a piede libero per il reato di favoreggiamento reale, che aveva agevolato la condotta dei principali indagati, omettendo anche di procedere alle segnalazioni per operazioni sospette ai sensi della normativa antiriciclaggio, pur in presenza di gravissimi indici di anomalia.  Contestualmente all’esecuzione delle misure personali, le Fiamme Gialle di Cesena hanno sottoposto a sequestro preventivo l’immobile acquistato all’asta dalle società fallite (del valore di 250 mila euro) e disponibilità sui conti correnti degli indagati, ritenute provento delle attività di bancarotta fraudolenta contestata agli stessi.

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